Intervista
Jean-Louis Aillon
Vicepresidente Movimento per la Decrescita Felice e referente del gruppo tematico “Decrescita e Salute”
Jean-Louis Aillon, 28 anni, medico, specializzando in psicoterapia dinamica adleriana. E' vicepresidente del Movimento per la Decrescita Felice e referente del gruppo tematico "Decrescita e Salute". E' stato fondatore e presidente del circolo della Decrescita Felice di Torino e del Comitato Rifiuti Zero Valle d'Aosta. A livello di ricerca, si interessa principalmente dei temi inerenti la decrescita, la salute (in particolare nell'ambito dell'etnopsichiatria critica e della psichiatria culturale) e i giovani.
Background information
Il Movimento per la Decrescita Felice (MDF) è un movimento italiano nato e cresciuto informalmente dall'inizio degli anni 2000 sui temi della demitizzazione dello sviluppo fine a se stesso, e successivamente sfociato in un'associazione fondata da Maurizio Pallante, esperto di risparmio energetico. Il movimento parte dal presupposto che la correlazione tra crescita economica e benessere non sia necessariamente positiva, ma che esistano situazioni frequenti in cui ad un aumento del Prodotto interno lordo (PIL) si riscontra una diminuzione della qualità della vita.
Il 29 Luglio 2013, il gruppo tematico "Decrescita e Salute" di MDF è stato convocato per un'audizione alla Camera dei Deputati nel corso dell'indagine conoscitiva dal titolo "La sfida della tutela della salute tra nuove esigenze del sistema sanitario e obiettivi di finanza pubblica", portata avanti dalle Commissioni riunite V (Bilancio, tesoro e programmazione) e XII (Affari sociali).
E' intervenuto in videoconferenza Skype Jean-Louis Aillon, vicepresidente di MDF e referente del gruppo tematico Decrescita e Salute. Egli ha spiegato come nell'attuale scenario, chiusi fra la morsa della crisi economica da una parte e il vincolo del pareggio di bilancio dall'altra, declinando la visione della decrescita nell'ambito della sanità si potrebbe uscire dalla terribile "impasse" in cui ci troviamo. Si tratta di invertire l'attuale rotta, di costruire un nuovo modello di salute, di cura e quindi di sanità. Al centro dovrà esserci la salute, il pieno benessere fisico, psichico e sociale degli esseri umani, piuttosto che il profitto delle multinazionali del farmaco e degli "stakeholder" sanitari, la qualità al posto della quantità. Ciò significa investire risorse, in primis, nella promozione della salute e nella prevenzione delle malattie agendo in via prioritaria sui determinanti di salute a livello della società (ambiente, stili di vita, condizioni socio-economiche e culturali), coinvolgendo i cittadini e le comunità in questo processo, favorendo la resilienza della comunità stesse e del sistema sanitario, decentralizzando le cure a livello del territorio. Parola d'ordine: "meno e meglio", ovvero efficienza ed appropriatezza delle cure, combattendo il consumismo farmaceutico e il cosiddetto "disease mongering", ovvero la commercializzazione delle malattie (Decrescita e salute. Aillon.audizione commissione affari sociali.29.07.13).
Nel merito, il Dr. Aillon è stato intervistato da GESPAM:
– GESPAM: Dr. Aillon, può dirci qualcosa circa l’origine, la struttura e l’operatività del Gruppo “Decrescita e Salute” di cui è referente?
– Jean-Louis Aillon: Il gruppo nasce in seguito ad un percorso di riflessione su questi temi che ho inizialmente intrapreso quando ero studente in medicina, nel 2009. Organizzammo allora, con il collettivo degli studenti “medici senza bandiere”, una conferenza dal titolo “Decrescita in medicina”, dove intervenni insieme a Maurizio Pallante. In seguito vi sono stati altri eventi e sempre più persone mi hanno contattato per discutere e riflettere assieme su questi tematiche, fino a quando, nel 2011, abbiamo deciso di costituire ufficialmente il gruppo.
Il gruppo tematico “Decrescita e Salute” fa parte del Movimento per la Decrescita Felice (MDF) ed è costituito attualmente da un gruppo eterogeneo di persone (medici, psicologi, operatori socio-sanitari e cittadini interessati), provenienti da tutta Italia e facenti perlopiù parte di MDF (ma non solo). Lavoriamo prevalentemente via web tramite una mailing list e, saltuariamente, ci troviamo di persona. Il gruppo è aperto: chiunque vi può partecipare e proporre una riflessione o un progetto.
– GESPAM: Maurizio Pallante ha detto che “La decrescita è il capovolgimento dell’assunto che la crescita illimitata sia il fine delle attività economiche e produttive”. Quali implicazioni per la salute?
– Jean-Louis Aillon: L’implicazione maggiore è, forse, il porsi la seguente domanda: la crescita economica senza limiti e fine a se stessa è la chiave di volta per ottenere “salute per tutti” (come ci raccontano tutti i media), oppure costituisce essa stessa uno dei principali impedimenti per raggiungere questo obiettivo?
Pensate, per esempio, al seguente paradosso: se stiamo fermi con l’automobile in mezzo al traffico, se mangiamo cibi contaminati con la diossina, se lavoriamo stressati dieci ore al giorno, ci ammaliamo maggiormente e consumiamo più medicine. Stiamo male ma il prodotto interno lordo cresce ed alcuni economisti direbbero che aumenta “il nostro benessere”! Parlare di decrescita nell’ambito della salute implica, quindi, il mettere in dubbio il dogma della crescita (“più crescita=più benessere=più salute”) e rimettere al centro la salute.
– GESPAM: In termini di salute, e non solo, quale fine ultimo per la decrescita così intesa?
– Jean-Louis Aillon: Il fine ultimo è quello di mirare a garantire la massima salute possibile (intesa come pieno benessere fisico, psicologico e sociale) a tutti gli esseri umani di oggi e di domani, svincolando il Sistema Socio-sanitario dalle pressioni produttivistiche del sistema della crescita (dove spesso i pazienti, invece di essere il fine ultimo, rischiano di diventare un ingranaggio della “megamacchina”, un mezzo per garantire profitto ai grandi stake-holders del settore), agendo a 360 gradi nella società sui vari determinanti di salute.
Decrescita e salute, significa però anche invertire il “timone culturale” della crescita, ovvero svincolare la scienza biomedica dalle influenze generate, nel corso dei secoli, da un sistema economico basato esclusivamente sulla crescita del pil (e non sul perseguimento del ben vivere dell’umanità ); affrancarla da una visione miope della scienza e del progresso (materialista, meccanicistica, biecamente riduzionista e non olistica) la quale ha fatto dell’uomo un oggetto di studio come gli altri, trascurandone le varie dimensioni essenziali (non materiali), la sua unitarietà e la sua complessità (soprattutto a livello emotivo). La decrescita, come in economia, si propone di riorientare la medicina secondo un carattere prettamente qualitativo (e non quantitativo), riportando l’unicità della persona al centro del processo medico e promuovendo tutte quelle pratiche che mirino al reale benessere psico-fisico e sociale dell’essere umano, inteso nella sua globalità (abbandonando tutte quelle pratiche che invece perseguono interessi diversi). Inoltre in antitesi con l’approccio scientifico/positivistico “la medicina della decrescita” non contrappone l’uomo alla natura attraverso una logica di dominio e di controllo assoluto, ma vede l’uomo come parte della natura stessa, in armonia con essa e promuove un concetto di salute che non può prescindere dalla cura e dal rispetto dell’ambiente circostante. Ci richiede di “decolonizzare il nostro immaginario” (sia per gli operatori della salute, che per tutti noi potenziali pazienti) dall’idea di onnipotenza insista nella medicina e nella società occidentale odierna, riappropriandoci del concetto di limite per cominciare a guardare al mondo con occhi diversi.
– GESPAM: Determinanti della salute e pilastri per l’azione: può precisare?
– Jean-Louis Aillon: Maurizio Pallante ritiene fondamentale, per mettere in pratica la decrescita, agire su quelle che definisce le tre gambe di uno sgabello (tecnologie, stili di vita e politica) che sostengono il pianale del nuovo paradigma culturale. Un simile esempio potrebbe esser fatto per la salute con l’immagine di quattro pilastri: prevenzione, partecipazione, riorganizzazione del Servizio Sanitario e nuovo modello di salute/cura.
La questione dei determinanti di salute – legata alla prevenzione primaria e alla promozione della salute – è fondamentale e consiste nel primo pilastro: la colonna portante del nuovo modello a cui vorremmo arrivare. Le ricerche indicano che il nostro stato di salute dipende in misura maggiore dalle nostre condizioni socio-economiche, ambientali e culturali, che dal Servizio Sanitario 1-3. Una società basata su una crescita economica senza limiti e regole (il moderno neoliberismo) centralizza ed investe la maggior parte delle risorse dedicate alla salute nel Sistema Sanitario (sotto la pressione dei vari stakeholder), mentre investe poco o nulla sulla prevenzione delle malattie e sulla promozione della salute (che purtroppo non “fruttano” molto). Inoltre, i meccanismi alla base della crescita economica (indiscriminato sfruttamento del capitale umano e naturale) portano sostanzialmente al peggioramento dei determinanti ambientali e delle condizioni socio-economiche (crescenti ineguaglianze) per la gran parte della popolazione. Per fare un esempio, è come se, nevroticamente, cercassimo di togliere dell’acqua da un secchio con una mano e con l’altra aprissimo il rubinetto!
Penso sia quindi fondamentale dare priorità alla riparazione del rubinetto, alla prevenzione primaria e alla promozione della salute, agendo in via prioritaria sui determinanti di salute adottando una prospettiva multisettoriale e transdisciplinare che coinvolga tutti i settori e gli aspetti dello sviluppo nazionale e della comunità legati alla salute 4-5. Si tratta, quindi, di tutelare l’ambiente, promuovere maggiore equità sociale ed una cultura attraverso la quale possano delinearsi stili di vita più sani e sostenibili..
Vi sono però anche degli altri pilastri, non meno importanti, che sono alla base del nostro pensiero e senza i quali il nostro intero edificio sarebbe destinato a crollare. Il secondo pilastro, fondamentale, è la promozione della partecipazione e del coinvolgimento dei cittadini e delle comunità nelle scelte politiche inerenti la salute, nell’ottica di una gestione collettiva del bene comune rappresentato dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN) 6.
Vi è poi la riorganizzazione del Servizio Sanitario Nazionale secondo una logica di efficienza e appropriatezza (“meno e meglio”), una sua decentralizzazione nell’ottica di valorizzare sempre più la medicina di comunità 7, promuovendo inoltre una integrazione con il mondo delle medicine alternative e complementari (agendo in un’ottica di rete, soprattutto per quanto riguarda la promozione della salute, prima ancora che nel versante della cura) 8-9.
Il quarto ed ultimo pilastro è, infine, lo sviluppo di un nuovo modello di salute, cura e sanità che ponga al centro la persona vista in una prospettiva olistica (entità bio-psico-socio-spirituale in continua relazione con il circostante ambiente fisico e relazionale), la relazione fra gli operatori socio-sanitari ed il paziente, e che cerchi di applicare il necessario riduzionismo senza rinunciare a contemplare la complessità (e quindi la soggettività) nella sua totalità, riconoscendo i limiti della medicina stessa e della scienza in generale.
Questi sono, in sintesi, i fondamenti di un nuovo modello di sanità. Pilastri che necessitano di un nuovo paradigma culturale, del pianale della decrescita, per poter diventare solide basi su cui edificare un futuro migliore per la nostra salute.
– GESPAM: Dalla enunciazione alla pratica: cosa proponete?
– Jean-Louis Aillon: Agire con tutti i mezzi a disposizione, nelle nostre possibilità, a due livelli. Dal punto di vista individuale come cittadini è fondamentale promuovere certe idee ed una particolare visione del mondo e della salute, anche partendo da piccoli progetti concreti o dalle nostre scelte quotidiane. Prima di parlare di medicina di comunità, serve infatti che vi sia una comunità! In secondo luogo è importante impegnarsi politicamente (agli alti come ai bassi livelli) perchè queste idee possano trasformarsi un giorno in politiche concrete.
Da questo punto di vista penso che grande importanza possano avere le associazioni che si occupano di salute. Esse potrebbero essere il collante fra lo Stato (e quindi il Sistema Sanitario Nazionale) e le comunità.
– GESPAM: Dr. Aillon, il vostro “Progetto medici per la decrescita” è imperniato su 10 principi: può riferirci?
– Jean-Louis Aillon: Si tratta fondamentalmente di 10 principi (vedasi Decrescita e salute. Aillon.audizione commissione affari sociali.29.07.13) che riassumono molte delle questioni sopracitate e che ogni medico può impegnarsi a rispettare dichiarandosi un “medico per la decrescita”. L’obiettivo del progetto è duplice: da una parte favorire i cittadini nella scelta di un medico che abbia una certa visione della medicina (e del mondo), dall’altra favorire la diffusione da parte del medico delle idee inerenti la tematica “decrescita e salute”. Stiamo, inoltre, lavorando ad un decalogo per il paziente ed altri operatori sanitari.
– GESPAM: Nel merito, sono in corso, o programmati, collegamenti con altre realtà operative nazionali o internazionali?
– Jean-Louis Aillon: A livello internazionale per ora il campo “Decrescita e Salute” è praticamente inesplorato, nonostante siano davvero molte le realtà che lavorano “inconsapevolmente” in quest’ottica. Per ora ci stiamo concentrando sul panorama italiano. Sono numerose ed eterogenee le realtà che si occupano di questi temi nel contesto italiano e, proprio nell’ottica di costruire una rete insieme (ed inoltre dialogare con il mondo della politica), stiamo organizzando con il Movimento per la Decrescita Felice un’importante conferenza (1a Conferenza Nazionale Decrescita, Sostenibilità e Salute: associazioni e politica a confronto) che si terrà il 28 Ottobre alla Camera dei Deputati (via Campo Marzio 74, aula dei gruppi parlamentari, Roma). Parteciperanno le seguenti associazioni: Cittadinanza Attiva, Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia, Centro Salute Internazionale, Università di Bologna / People’s Health Movement, Medicina Democratica, Slow Food, Osservatorio italiano sulla Salute Globale, Associazione Frantz Fanon, Giù le mani dai bambini, No Grazie pago io, Psichiatria Democratica, Associazione per la Medicina Centrata sulla Persona Onlus, Segretariato Italiano Studenti in Medicina, Andria e la Società Italiana per la Qualità nell’Assistenza Sanitaria.
Per maggiori informazioni potete visitare il seguente link: http://www.eppela.com/ita/projects/541/1a-conferenza-nazionale-decrescita-sostenibilit-e-salute oppure il nostro sito: http://decrescitafelice.it/
– GESPAM: Grazie Dr. Aillon per la disponibilità ad approfondire con GESPAM queste assolute priorità.
————————————————————————-
1 World Health Organization, The Ottawa Charter for Health Promotion, First International Conference on Health Promotion, Ottawa, 21 November 1986
2 Commission on the Social Determinants of Health. Closing the gap in a generation: health equity through action on the social determinants of health. Geneva: World Health Organization, 2008.
3 Marmot M, Wilkinson R, eds. Social determinants of health: the solid facts. Geneva: World Health Organization, 2003.
4 Declaration of Alma-Ata. International Conference on Primary Health Care, Alma- Ata, USSR, 6â12 September 1978. [Internet]: available at http://www.who.int/hpr/archive/ docs/almaata.html.
5 The World Health Report 2008 – primary Health Care (Now More Than Ever), [internet] available at http://www.who.int/whr/2008/en/index.html
6 Declaration of Alma-Ata. International Conference on Primary Health Care, Alma- Ata, USSR, 6-12 September 1978. [Internet] available at: http://www.who.int/hpr/archive/ docs/almaata.html.
7 The World Health Report 2008 – primary Health Care (Now More Than Ever), [internet] available at: http://www.who.int/whr/2008/en/index.html
8 World Health Organization 2002,WHO Traditional Medicine Strategy, 2002-2005, Geneva 2002, [internet] available at: http://whqlibdoc.who.int/hq/2002/who_edm_trm_2002.1.pdf
9 World Health Organization ,”Beijing Declaration”, WHO Congress on Traditional Medicine, 7-9 November 2008, Beijing, China, [internet] available at: http://www.who.int/medicines/areas/traditional/congress/beijing_declaration/en/